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Cervo

Scopri il Borgo, i Vicoli e Carrugi e la Cartina del borgo di Cervo.

Il Borgo di Cervo

Numerose sono le emergenze storico-architettoniche presenti nel Borgo di Cervo.

Nel punto più settentrionale sorge il Castello dei Clavesana, edificato attorno al XIII secolo direttamente sulla roccia. Torre Romana in origine, nel Medioevo residenza fortificata dei Marchesi di Clavesana (di cui appunto porta il nome), fu poi sede del parlamento del Comune e quindi baluardo difensivo contro i Saraceni.

Successivamente fu trasformato in Oratorio dedicato a Santa Caterina d’Alessandria e sede dell’omonima Confraternita che si occupava di assistere i bisognosi. In seguito l’edificio divenne “ospedale”, inteso come ricovero dove venivano ospitati mercanti e viaggiatori.

Recentemente ristrutturato, il Castello è oggi sede dell’ufficio di Informazione ed Accoglienza Turistica e del Polo Museale che ospita, al primo piano, la mostra permanente “Donne di Liguria – Un secolo di storia 1850/1950” e al piano terreno il Museo Etnografico del Ponente Ligure.

Costruita a cavallo tra i secoli XVII e XVIII, la chiesa parrocchiale di San Giovanni è il maggior monumento barocco del Ponente Ligure e domina il Borgo con un suggestivo effetto scenografico.

La chiesa è meglio conosciuta come “dei Corallini” perché costruita anche grazie ai proventi della pesca del corallo che i cervesi praticarono per secoli nei mari di Corsica e Sardegna. Il progetto in stile barocco è dell’architetto Gio Batta Marvaldi cui successe, nel 1706, il figlio Giacomo Filippo.

L’elegante campanile, costruito alla fine della metà del XVIII secolo, fu invece realizzato su disegno del pittore Francesco Carrega di Porto Maurizio. La chiesa, a grande unica navata, conserva al suo interno significative opere d’arte fra cui il pulpito in marmo bianco del 1500, il Crocefisso ligneo del Maragliano, il tabernacolo degli olii santi in marmo del ‘400 e il fonte battesimale in marmo e ferro battuto risalente al ‘600. Vicino alla chiesa parrocchiale si trova l’Oratorio di Santa Caterina, edificio romanico costruito nel 1200 circa come chiesa. Edificata sulla roccia fronte mare, fu fortificata dai Cavalieri di Malta, monaci guerrieri, che la dotarono anche di strette feritoie adatte alla difesa. Nel 1600 fu costruita all’interno una “falsa” volta decorata con alcuni affreschi raffiguranti San Giovanni, San Giorgio e la Vergine Maria.

Intorno al 1700, periodo in cui fu consacrata la Chiesa dei Corallini, questo edificio fu retrocesso ad Oratorio, utilizzato dalle Confraternite locali.

Dal 2008 l’Oratorio è in concessione al Comune che lo utilizza per mostre d’arte, concerti, convegni ed eventi culturali. All’interno è esposta una mostra permanente di immagini sacre, donate al Comune da un collezionista privato.

Nel XIV secolo, la zona costiera era fortemente minacciata dalle incursioni turche e furono pertanto realizzate diverse misure difensive: venne edificata la cortina muraria di via Romana, vennero innalzate le semitorrette di guardia sul Rio Bondai e sul Rio Schenassi, la porta Marina venne rinforzata con doppia cortina muraria e, vicino alla loggia del Pontile, venne edificato il Bastione di Mezzodì. Dal XIX secolo iniziarono operazioni di smagliatura nella cortina muraria perimetrale, degradata in favore dell’utilizzo abitativo.

Non più utile alla sua funzione primigenia, l’edificio comincia ad essere abbandonato e diventa cava spontanea di pietre e altro materiale utilizzato per gli edifici circostanti. Acquistato nel 2008 dal Comune, il Bastione è stato sottoposto, dal 2012, ad importanti interventi di recupero e restauro recentemente completati. Nel marzo 2015 l’edificio è stato inaugurato ed intitolato alla memoria di Vittorio DESIGLIOLI (Sindaco di Cervo dal 1999 al 2009) e sarà utilizzato in funzione culturale e turistica.

La Chiesa di San Nicola fu costruita nella parte più bassa del Borgo, sulle rovine di un precedente edificio romanico. Inizialmente fu dedicata a San Giorgio, il cui culto fu portato a Cervo dai Crociati. Nel 1172 vi fu posto il fonte battesimale, poiché Cervo si era staccata da Diano Marina e questa chiesa era l’edificio religioso più importante in tutto il territorio.

Nel 1700 la chiesa fu ricostruita grazie ai frati Agostiniani che vivevano in un convento poco distante e che vissero a Cervo dal 1600 al 1800 circa. In quel tempo la chiesa fu messa all’incanto dal Comune di Alassio, creditore di un’ingente somma nei confronti del Comune di Cervo. La chiesa di San Nicola fu poi riscattata da tre famiglie cervesi, i Morchio, i Multedo ed i Viale, che ne fecero dono alla comunità.

Ai piedi del Borgo si trova palazzo Viale, una massiccia costruzione settecentesca che si distingue dalle altre per le decorazioni barocche che ne abbelliscono la facciata. L’edificio era proprietà della famiglia Viale che già nel ‘500 era proprietaria di imbarcazioni “coralline” e con il commercio aveva raggiunto una ragguardevole posizione sociale ed aveva commissionato la costruzione dell’edificio. All’interno, pareti e soffitti sono decorate con affreschi attribuiti a Francesco Carrega.

Palazzo Viale ha dato i natali anche ad Ambrogio Viale, detto “Il Solitario delle Alpi”, famoso nobile e poeta. Nell’edificio ha risieduto anche il celebre scrittore Pietro Citati.

Vicoli e Carrugi

Vicoli e Carrugi

Le case di Cervo sono costruite intorno allo sperone di roccia che dal promontorio scende fino al mare, e conferiscono all’abitato la caratteristica forma a fuso (vedi foto a lato) scenograficamente dominata dalla facciata della parrocchiale di San Giovanni.

I vicoli (in dialetto Ligure detti carrugi) sono stretti fra i muri delle case e spesso coperti dagli edifici passanti.

E’ in questi scorci ombrosi e ricchi di fascino che meglio si assapora l’atmosfera ancora tutta medievale del paese.

Perché Cervo

Cervo, da anni certificato tra `I Borghi più Belli d`Italia`, ha conservato intatte le sue originalissime caratteristiche di borgo medievale sul mare, protetto da torri e mura cinquecentesche e circondato da verdi colline.

Il centro storico è praticabile solo a piedi ed è stato conservato con i suoi edifici, vecchi di secoli, e i suoi vicoletti ciottolati dove si trovano botteghe di artigiani ed artisti.

Il litorale è caratterizzato dalla presenza di piccoli stabilimenti balneari; per il resto, arenili e scogliere sono liberi e discreti e non ci si sente altra voce che quella del mare. E l`acqua è sempre limpida, con fondali ricchi di alghe e pesci.

A monte del paese, attorno a ruderi di epoche passate, le colline sono ricche di boschi di pini e uliveti, percorse da sentieri silenziosi dove si respira aria pulita.

A tavola, poi, Cervo è rimasta serenamente fedele alla dieta mediterranea: qui si fa ancora l`olio applicando l`antica tecnica della spremitura a freddo delle olive, il vino viene prodotto con le uve tipiche (pigato e vermentino) e i piatti sono cucinati con il pescato di ogni mattina.

Notevole il patrimonio culturale: Cervo è dominata da un castello medievale, antica dimora dei Marchesi Clavesana, che oggi ospita mostre d`arte e il permanente Museo Etnografico del Ponente Ligure; nel Borgo, gli antichi palazzi nobiliari aprono i portoni sui `carrugi` dove si affacciano i portali del romanico Oratorio di Santa Caterina; sul sagrato dei Corallini, la barocca Chiesa di San Giovanni Battista offre la concava facciata quale immagine caratteristica del paese.

Per quanto concerne le manifestazioni, Cervo è nota per il Festival Internazionale di Musica da Camera che si svolge ormai da più di quarant`anni e dove i maggiori artisti d`Europa offrono concerti al chiaro di luna, da vivere in rapito silenzio.
Il Festival e le rinomate Accademie musicali, hanno valso a Cervo il titolo di `Borgo della Musica`.

Cervo ha molto da offrire. Vi aspettiamo!

Miti e Leggende

Storia e leggenda dei “Corallini” e della Chiesa di San Giovanni

I pescatori di Cervo si dedicavano, fin da tempi molto lontani, alla ricerca e alla vendita del corallo: questo affascinante materiale, raccolto sul fondo marino, ha sempre sedotto la fantasia degli uomini che lo hanno impiegato per confezionare gioielli e ricercati oggetti di decorazione.

Già nel 1499 sono documentate alcune barche coralline di proprietà dei Cervesi attive lungo la costa tunisina, ma i coralli venduti e lavorati tra XVI e XIX secolo provengono soprattutto dalla Sardegna e dalla Corsica. Poiché le condizioni imposte dalla Repubblica di Genova ai pescatori erano estremamente gravose, all’inizio del Seicento qualcuno cercò di trattenere un po’ della preziosa merce senza denunciarla, in modo che non fosse assoggettata al dazio. La frode fu scoperta e i genovesi vietarono ai corallini di continuare la loro attività. Fu necessaria la preghiera del capo della comunità, Geronimo Viale, per sospendere l’interdizione.

Gli uomini uscivano per mare tra maggio e settembre, con le loro imbarcazioni rapide e leggere, dette coralline, dotate dell’ingegno, apposito attrezzo che spezzava e raccoglieva in una rete i rametti di corallo. I Corallini pescavano il corallo nelle vicinanze dell’isolotto di Mezzombre, una delle isole al di là delle “Bocche di Bonifacio” tra Corsica e Sardegna. Il 1600 fu per Cervo il secolo d’oro: molte famiglie si erano arricchite grazie alla navigazione ed al commercio e la popolazione prosperava.

Animati da una forte cristianità, per esternare a Dio la loro riconoscenza, decisero di costruire una Chiesa più grande e di dedicarla a San Giovanni. Gli umili pescatori di corallo offrirono lavoro e contributi in denaro: nei mesi invernali le barche servivano per trasportare i materiali da costruzione fino alla spiaggia e i marinai, a braccia, provvedevano a farlo arrivare fino al “Balzo”, spuntone di roccia dove fu edificata la chiesa.

Una leggenda narra che una mattina la flotta dei Corallini, con a bordo più di cento uomini, partì diretta verso la Corsica, ma sulla via del ritorno una furiosa tempesta la colse e tutte le navi affondarono. Tutti i marinai persero la vita in mare e Cervo venne così chiamato “il paese delle cento vedove”.

Con la fine del XVII secolo, il prezioso materiale cominciò a scarseggiare, tanto che a metà del Settecento nessuno si dedicò più alla sua raccolta: del protagonista di tanti secoli di storia resta la denominazione dei corallini, con cui si indica la maestosa chiesa di San Giovanni Battista, costruita anche grazie al lavoro e alle donazioni dei pescatori di corallo.

Ultima modifica: giovedì, 16 febbraio 2023

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