E’ il percorso più lungo e richiede circa tre ore. Partenza presso la Chiesa di San Nicola, leggermente decentrata rispetto al borgo antico, il cui aspetto attuale risale alla ricostruzione del XVII secolo ad opera dei Frati Agostiniani della Consolazione di Genova. Da qui il sentiero si inerpica sulla strada del Poggio e giunge in località Costa di Villa, vicino all’Oratorio di San Giuseppe, edificio antecedente al XVI secolo, recentemente ristrutturato.
Proseguendo si costeggia la zona denominata del Vallone e si arriva alla Colla, dove si trova una dimora residenziale ottocentesca conosciuta come Castello Rosso, e da cui si gode uno splendido panorama. A questo punto inizia la discesa.
Passando dai ripetitori si raggiunge il Colle di Cervo e, a seguire, il Colle Castellaretto, elevato promontorio in cima al quale si incontrano strutture murarie ad andamento circolare: sono i resti del muro di cinta e delle capanne dell’originario insediamento preistorico, rudimentali fortificazioni di difesa contro i pericoli di invasioni.
Il castellaro, vicino all’antica via Eraclea (l’attuale Via Aurelia), era dunque in posizione strategica e consentiva la visuale su un’ampia porzione di mare, tra Capo Mele e Capo Berta, fondamentale non solo per i rapporti commerciali con altri popoli del Mediterraneo, ma anche per attaccare le navi onerarie che andavano o tornavano dalla Gallia e dalla Penisola Iberica.
All’interno del castellaro, o in posizione isolata le une dalle altre, si possono osservare alcune “caselle”, costruzioni a pianta circolare o quadrata, coperte da cupole realizzate con pietre aggettanti, in base a una tecnica antichissima. Esse servivano da ricovero temporaneo durante i mesi della transumanza, come deposito per gli attrezzi da lavoro o riparo dalla pioggia improvvisa.
Continuando a scendere, si arriva sul sentiero delle orchidee, così chiamato poiché in primavera vi crescono spontaneamente diverse specie di orchidee selvatiche (Piramidale, Ofride Cornuta, Serapide Maggiore). Il sentiero, con una spettacolare vista sul mare, conduce al Parco Comunale Ciapà, circa 30.000 mq di terreno, popolato da una moltitudine di specie animali e vegetali, proprio alle spalle del borgo antico.
Il nome deriva dalla parola dialettale “ciappa”, usata per indicare l’ampio lastrone di roccia affiorante dal terreno che caratterizza la zona. Il parco è dotato di panche, tavoli in legno e in pietra, piccole fontane e un gioco per bambini costruito interamente con materiale plastico riciclato.
L’area rappresenta uno splendido esempio di macchia mediterranea, dove si può trovare la vegetazione spontanea tipica delle colline liguri: alberi d’alto fusto (leccio, roverella, carrubo, pino d’Aleppo e oleastro), arbusti (lentisco, corbezzolo, alloro, ginestra, bosso, oleandro, pungitopo, ginepro, mirto, erica, caprifoglio, asparago spinoso, euforbia arborea) e piante aromatiche (ruta, salvia, origano, timo, finocchio selvatico).
All’interno del parco si trovano pannelli esplicativi in proposito. Attraverso l’antica Via Romana si prosegue la discesa verso il mare e si arriva sulla Via Aurelia, nella zona delle Casette e del Porteghetto.